Sequestrabili i beni appartenenti alla convivente se acquistati col denaro del partner evasore

Scatta il sequestro sugli immobili di proprietà della convivente del presunto evasore se dal conto in banca si evince che la donna non avrebbe potuto acquistarli se non con il denaro del partner. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 40395 del 2 ottobre 2019. IL FATTO Il caso trae origine dal provvedimento con cui la Corte di appello di Milano ha rigettato la richiesta di restituzione avanzata da una contribuente relativamente ad alcuni beni confiscati all'ex convivente per i reati di omessa dichiarazione e occultamento o distruzione di documenti contabili. Nel ricorso per cassazione la contribuente censura il suddetto provvedimento per non avere analizzato minimamente le prove documentali della proprietà dei beni confiscati. In particolare, la Corte di appello non avrebbe risposto alle argomentazioni della difesa relative alla piena titolarità dei beni in capo alla ricorrente. Le somme versate dall'ex convivente sul conto corrente erano in realtà il contributo di mantenimento dei figli della coppia. La ricorrente aveva da sempre lavorato nell'ambito della ristorazione e dello spettacolo e, quindi, aveva disponibilità economica propria per l'acquisto dei beni confiscati. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE La Corte di Cassazione respinge il ricorso della contribuente confermando la legittimità del sequestro preventivo. Invero, ad avviso degli Ermellini correttamente la Corte territoriale aveva evidenziato come dagli atti, ed in particolare dalla documentazione bancaria, fosse stata raggiunta la prova dell'appartenenza all'ex partner dei cespiti rivendicati dalla contribuente; negli anni 2012/2013 (ovvero prima della separazione della coppia) in coincidenza con la commissione dei reati fiscali, l'ex partner aveva provveduto a far acquistare alla ricorrente (allora sua convivente) un immobile e un complesso aziendale con la fornitura delle provviste in denaro. Le rate del mutuo erano state versate dalla ricorrente dopo la provvista fornita dalla medesima ditta individuale relativa ai reati tributari di cui alla condanna dell'ex convivente. La Corte di appello aveva analizzato anche la separazione della coppia certamente successiva agli anni 2012/2013, avvenuta nel 2015; inoltre il secondo figlio della coppia risultava nato nel novembre 2015, per escludere la causale dei versamenti quali contributi per il mantenimento dei figli. Ne consegue il rigetto del ricorso.

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Sequestrabili i beni appartenenti alla convivente se acquistati col denaro del partner evasore

Legittimo il sequestro se la documentazione bancaria dimostra l'appartenenza al partner (condannato per evasione fiscale) dei cespiti rivendicati dalla contribuente

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