Si riduce il numero delle morti bianche

Stando al rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su dati provvisori Inail, nel 2023 gli incidenti mortali sono passati da 1.090 a 1.041. Dopo il Covid maggiore attenzione alla sicurezza da parte delle aziende

Morti bianche: una piaga intollerabile del mercato del lavoro italiano. Nel 2023, tuttavia, i dati Inail evidenziano positivi segnali, indicando una contrazione dei casi mortali (da 1.090 a 1.041, con un decremento del 4,5%). Una tendenza ancora più apprezzabile se inquadrata nella positiva dinamica che ha caratterizzato il mercato del lavoro nel 2023, con un aumento di 481mila occupati (+2,1% di crescita rispetto al 2022). Il rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “Salute e sicurezza sul lavoro. La situazione al 2023” presentato oggi al Forum Annuale sul tema mette in luce come a diminuire sia stata soprattutto l’incidentalità nei luoghi di lavoro (-19,2%).

Questa tendenza, che poggia su dati ancora provvisori, induce a pensare che dopo l’emergenza da Covid-19, l’attenzione delle imprese italiane, piccole e medie comprese, sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sia aumentata. Stando all’indagine della Fondazione Studi svolta nel 2023 su un campione di oltre 1.100 Consulenti del Lavoro, tutte le realtà imprenditoriali del nostro Paese sono state costrette durante la pandemia a cambiare approccio verso la sicurezza aziendale: il 47,4% degli intervistati, infatti, tra il 2020 e il 2023 riscontra una crescita del livello generale di attenzione delle imprese verso quest’aspetto. A fare da traino, sia l’esperienza Covid (il 60,8% indica questo aspetto al primo posto) che l’avvio di un processo di innovazione e trasformazione tecnologica (43,8%) che, ad avviso dei Consulenti, sta impattando molto positivamente su tale dimensione.

Una fotografia, quella resa dall’indagine, che è comunque molto frammentata: l’attenzione verso la sicurezza sul lavoro continua a essere molto eterogenea tra le aziende e molto condizionata dalle dimensioni e dai settori. Se tra le grandi realtà con più di 250 addetti, i Consulenti valutano elevato (48,7%) o molto elevato (24,1%) il livello di sicurezza, tra le Pmi il giudizio è meno sicuro: il 45,3% valuta alta l’attenzione verso la sicurezza, mentre il 46,7% la considera media. È tra le piccole imprese che continuano a segnalarsi criticità, con una valutazione che oscilla tra il medio (41,9%) e il basso (47,9%).

Per quanto riguarda i settori, tra i meno virtuosi c’è l’agricoltura (il 64,2% valuta basso o molto basso il livello di sicurezza del settore); a seguire i servizi ricreativi/culturali, alberghi e ristorazione e commercio. Mediamente alto il livello di attenzione di sicurezza, secondo i Consulenti, nei settori sanità/istruzione, credito/assicurazioni e terziario, sebbene sia un comparto ad alta incidentalità per la tipologia del lavoro svolto.

Ben il 67,7% dei Consulenti considera i dispositivi di sicurezza un punto di forza del sistema italiano, il cui uso è aumentato dopo la pandemia; a seguire, la formazione ai lavoratori (62,4%), l’igiene e la salubrità media di luoghi di lavoro (61,3%), l’organizzazione del lavoro (58,9%) e il livello di innovazione tecnologica (54,8%).

Per accrescere i livelli di sicurezza attuali nelle aziende, oltre a potenziare e aumentare i controlli da parte degli organismi preposti dalla legge, bisognerebbe puntare, secondo i Consulenti del Lavoro, su tre aree di opportunità. Innanzitutto sulla formazione dei giovani, perché c’è ancora una scarsa attenzione delle aziende verso quest’aspetto. Un fattore di criticità solo in parte colmato dalle scuole che erogano formazione in materia solo nei casi in cui l’attività di tirocinio/pratica comporti dei rischi particolari. È importante, poi, investire in nuove tecnologie, dal momento che l’accesso ai finanziamenti disponibili, come ad esempio i Bandi Inail, è ancora molto limitato da parte delle Pmi. Accrescere la conoscenza degli stessi finanziamenti è un obiettivo importante per favorire, anche tra le piccole e medie imprese, quegli investimenti che hanno un ruolo così centrale ai fini della sicurezza di sistema. E, infine, migliorare gli strumenti di gestione, facendo tesoro dell’esperienza dei protocolli aziendali, sperimentati durante il periodo pandemico, che hanno avuto un impatto positivo sia sui livelli di sicurezza interni che sull’orientamento alla prevenzione dei lavoratori e sull’innovazione delle strategie di sicurezza.