Sterilizzazione perdite societarie: quali obblighi a carico degli amministratori

Nell’ambito dell’ampio perimetro della legislazione emergenziale prodotta per fronteggiare le negative conseguenze della diffusione della pandemia da Covid-19, fu emanato il D.L. 23/2020, che all’articolo 6 aveva concesso la possibilità di sterilizzare le perdite emerse nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2020. In pratica, a tali perdite non si applicano gli articoli 2446, secondo e terzo comma, 2447, 2482-bis, quarto, quinto e sesto comma, e 2482-ter del codice civile e non determinano l’operare della causa discioglimento della società per riduzione o perdita del capitale sociale di cui agli articoli 2484, primo comma, numero 4), e 2545-duodecies del codice civile. Inoltre, Il termine entro il quale la perdita deve risultare diminuita a meno di un terzo, fissato dagli articoli 2446, secondo comma, e 2482-bis, quarto comma, del codice civile, è posticipato al quinto esercizio successivo; l'assemblea che approva il bilancio di tale esercizio deve ridurre il capitale in proporzione delle perdite accertate. Successivamente, il Legislatore con il D.L. 228/2021 (cd. Milleproroghe 2022) aveva esteso tale possibilità alle perdite emerse nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2021. Da ultimo, l’articolo 3, comma 9, del decreto legge 29 dicembre 2022, n. 198 (cd. Milleproroghe 2023), attualmente in corso di conversione, ha esteso le disposizioni del richiamato articolo del D.L. 23/2020, anche alle perdite emerse nell'esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2022. In buona sostanza, per i soggetti cd. solari la normativa di favore, nata nel periodo emergenziale, è applicabile alle perdite relative agli esercizi 2020, 2021 e 2022, con conseguente possibilità di rientro delle stesse sotto i limiti fissati dal codice, rispettivamente, sino all’approvazione dei bilanci relativi agli esercizi 2025, 2026 e 2027. Si badi che non sono temporaneamente sospese le altre previsioni di cui agli articoli 2446, 2447, 2482-bis e 2482-ter in tema di rilevazione della perdita, di doveri informativi verso i soci, di poteri dei soci e dell’assemblea. Ne consegue che al ricorrere delle fattispecie appena richiamate, gli amministratori, ‘senza indugio’, devono convocare l’assemblea e predisporre una relazione sulla situazione patrimoniale della società, corredata dalle osservazioni del collegio sindacale, ove presente. In caso di inerzia dell’organo amministrativo, laddove previsto, il potere di convocazione spetta al collegio sindacale. In assenza di un termine fissato dagli articoli relativi alla riduzione del capitale per perdite, l’assemblea si intende convocata ‘senza indugio’ entro 30 giorni dal momento in cui gli amministratori sono venuti a conoscenza dei presupposti (articolo 2631 c.c.). In aggiunta alle ordinarie indicazioni da indicare nella prescritta relazione, appare doveroso che gli amministratori, stante il lungo stand by quinquennale offerto ai soci rispetto alla stringente tempistica codicistica, propongano dei piani economico-finanziari che dimostrino che nell’arco del periodo di moratoria le perdite possano rientrare negli ordinari limiti codicistici. Il Notariato (Studio 88-2021) ha giustamente osservato che nell’assumere la decisione dell’eventuale sospensione delle perdite si dovranno considerare le effettive prospettive di recupero nell’orizzonte temporale di un riassorbimento offerto dalla norma (cinque anni); in tale arco temporale il rientro delle perdite al di sotto della soglia di rilevanza deve risultare perlomeno probabile, in base agli elementi disponibili nel momento in cui si assume la decisione. La decisione di rinviare dev’essere ponderata soprattutto a tutela dei terzi creditori. È opportuno che dai budget predisposti emergano concrete prospettive di recupero del deficit patrimoniale nei tempi previsti e che sia ragionevole ritenere, al contrario, che lo squilibrio patrimoniale non peggiori, con conseguenti danni ai terzi interessati. Ciò soprattutto in considerazione di eventuali plurime sospensioni, vale a dire della sterilizzazione delle perdite dell’esercizio 2020, 2021 e 2022. La disposizione del D.L. 23/2020 rappresenta una facoltà per l’assemblea; pertanto, sono immutati i poteri dell’organo assembleare in materia. Vale a dire che i soci potrebbero assumere le proprie decisioni prescindendo dalla possibilità loro concessa dal Legislatore e decidere di non sospendere le perdite. Infine, ricordiamo i particolari obblighi di segnalazione imposti dalla disciplina in parola. Le perdite sospese, infatti, devono essere distintamente indicate nella nota integrativa con specificazione, in appositi prospetti, della loro origine nonché delle movimentazioni intervenute nell'esercizio. A tal proposito si evidenzia che la norma non distingue tra bilanci in forma ordinaria, bilanci in forma abbreviata ex art. 2435-bis c.c. e bilanci delle microimprese ex art. 2435-ter c.c. Si ritiene, pertanto, che anche in ipotesi di bilanci abbreviati, ovvero micro, debba procedersi a tale segnalazione. Nella prima ipotesi è evidente che tale informazione andrà riportata tra quelle prescritte ex art. 2427, comma 1, n. 7-bis, in ossequio al quale “le voci di patrimonio netto devono essere analiticamente indicate, con specificazione in appositi prospetti della loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi”. Nella nota integrativa in forma abbreviata, invece, appare opportuno dedicare un paragrafo alle perdite oggetto della disposizione in parola. In ipotesi di bilanci micro, tali informazioni obbligatorie possono essere fornite in calce allo stato patrimoniale.

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