Il disegno di legge n. 674 (Competitività) di iniziativa governativa ed uno dei ventuno collegati alla Legge di bilancio 2024, contiene alcune norme volte ad accrescere la competitività dell’industria finanziaria italiana e il sostegno all’economia, promuovendo interventi di ammodernamento del quadro normativo alla luce delle dinamiche evolutive dei mercati e della crescente concorrenza tra piazze finanziarie internazionali. Le misure si inquadrano nell’ambito degli approfondimenti condotti dall’OCSE sui mercati dei capitali italiani e recepisce ampiamente i contenuti del Libro Verde pubblicato dal Ministero dell’economia a marzo 2022. Quello che si cerca di stimolare è un “cambio di passo” strutturale nel rapporto tra imprese e capitali, da un lato rimuovendo vincoli, normativi e operativi, all’accesso al mercato da parte delle imprese, dall’altro introducendo misure che stimolino sia sul lato della domanda sia su quello dell’offerta, la canalizzazione degli investimenti verso le imprese attraverso i mercati. Quali sono le finalità del disegno di legge Competitività Così come sottolineato dalla Banca d’Italia nella specifica Audizione parlamentare, il provvedimento contiene norme volte ad accrescere la competitività dell’industria finanziaria italiana e il sostegno all’economia, promuovendo interventi di ammodernamento del quadro normativo alla luce delle dinamiche evolutive dei mercati e della crescente concorrenza tra piazze finanziarie internazionali. Molte delle proposte incidono sulla disciplina delle società di capitali, con l’obiettivo di sviluppare il mercato italiano sia attraverso l’offerta di servizi di investimento più competitivi da parte dell’industria finanziaria nazionale sia mediante la rimozione di alcuni degli ostacoli alla domanda di capitali da parte delle imprese. In generale, le misure tendono da un lato a rimuovere o attenuare vincoli di natura normativa e operativa all’accesso e alla permanenza sul mercato da parte delle imprese, dall’altro a indirizzare gli investimenti verso il tessuto produttivo, semplificando alcune previsioni in materia di intermediari. La crescita, così come evidenzia la Consob, ha bisogno, per finanziare strategie di sviluppo a medio e lungo termine, di un mercato dei capitali efficiente e di dimensioni adeguate che riesca a fornire risorse finanziarie “pazienti” e interessate ai risultati industriali di medio e lungo periodo. Il provvedimento si inserisce in un contesto di progressivo rafforzamento della struttura finanziaria intrapreso dalle imprese italiane nell’ultimo decennio. Tale tendenza, prosegue Bankitalia, è stata accompagnata da un processo di maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento, realizzata attraverso l’emissione di titoli obbligazionari e l’aumento delle nuove quotazioni in borsa; ciò ha contribuito a ridurre la dipendenza delle imprese dal credito bancario, particolarmente diffusa tra le aziende piccole e medie. L’importanza degli aspetti regolamentari per lo sviluppo dei mercati è confermata dal fatto che la maggior parte degli ingressi in borsa degli ultimi anni è avvenuta sul segmento cosiddetto second-tier, caratterizzato da una struttura regolamentare più flessibile e meno onerosa. Nonostante questi sviluppi positivi, il divario tra la dimensione dei mercati dei capitali italiani e quella dei principali Paesi europei resta ampio. L’efficacia della riforma potrà quindi essere maggiore se opererà in sinergia con la crescita dimensionale delle imprese e con una rinnovata propensione di queste ultime ad aprirsi all’ingresso di nuovi investitori. Qual è la struttura del provvedimento La legge delega opera essenzialmente su tre leve che sono rappresentate dall’accrescere la competitività dell’ordinamento nazionale attraverso una semplificazione normativa e procedurale, l’eliminazione del gold plating e una maggiore flessibilità e autonomia statutaria in tema di governance, incentivare la presenza degli investitori istituzionali sui mercati e diffondere l’educazione finanziaria tra i cittadini e le imprese piccole e medie per favorire un maggior livello di inclusione finanziaria. il provvedimento agisce sia sul “fronte interno” intervenendo con misure in materia di accesso ai mercati (soprattutto da parte delle PMI ed in generale di quelle società che provengono da mercati di crescita) e permanenza sugli stessi (semplificando gli obblighi a carico delle società, compresi quelli relativi al prospetto e incentivando le attività sul mercato secondario) e di incentivazione alla canalizzazione dei risparmi privati verso le imprese (grazie alla semplificazione di alcune previsioni in materia di intermediari) sia sul fronte “esterno” rendendo maggiormente fruibili le informazioni rese dalle società anche ad investitori esteri e incentivando il rimpatrio delle società italiane quotate su mercati esteri. Quali sono le misure del disegno di legge Competitività Partendo dai profili di semplificazione si interviene: - sulle tecniche alternative per l’ammissione a negoziazione; - si estende la definizione della categoria di PMI emittenti azioni quotate; - si dematerializzano le quote di piccole e medie imprese; - si riforma la disciplina degli emittenti di strumenti finanziari diffusi; - si estende alle società aventi azioni negoziate su MTF della facoltà di redigere il bilancio secondo i principi contabili internazionali; - si prevedono specifiche disposizioni in materia di flottante; - si introducono modifiche in materia di sottoscrizioni di obbligazioni emesse da società per azioni e di titoli di debito emessi da società a responsabilità limitata; - si semplificano le procedure di ammissione alla quotazione; - si modifica le disciplina di approvazione del prospetto e della responsabilità del collocatore; - si abroga l’obbligo di segnalazione delle operazioni effettuate dagli azionisti di controllo; - si prevedono misure sullo svolgimento delle assemblee delle società per azioni quotate; - si interviene sulla lista del consiglio di amministrazione nelle società per azioni quotate; - si prevedono disposizioni in materia di voto plurimo e di voto maggiorato. Per quel che riguarda gli investitori istituzionali si novella il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), estendendo agli Enti previdenziali privati e privatizzati la qualifica di controparti qualificate ai fini della prestazione dei servizi di investimento. Si prevedono poi misure volte a semplificare la disciplina delle Sicav (Società di Investimento a Capitale Variabile) e Sicaf (Società di Investimento a Capitale Fisso) in gestione esterna (eterogestite). Si modificano le disposizioni del TUF applicabili alle Sicav e Sicaf eterogestite al fine di chiarire che queste società non rientrano tra i soggetti autorizzati alla gestione collettiva del risparmio e allineare la disciplina di questi soggetti a quella prevista per i fondi comuni di investimento. Per migliorare il livello di inclusione finanziaria si è introdotta poi una specifica norma modificata nel corso dell’esame in sede referente, introduce modifiche alla disciplina, di cui alla legge n. 92 del 2019, avente ad oggetto l’insegnamento dell’educazione civica, al fine di inserire il riferimento all’insegnamento dell’educazione finanziaria e alle disposizioni generali concernenti l'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale di cui al D.L. n. 237/2016. Come sottolinea la Banca d’Italia l’importanza dell’alfabetizzazione finanziaria è ormai riconosciuta: il possesso di competenze utili a livello individuale per compiere scelte economiche in maniera responsabile e consapevole accresce il benessere economico e finanziario delle persone; è una condizione non solo per l’inclusione finanziaria ma anche per quella economica e sociale; assicura maggiore capacità di autotutela; contribuisce a una cittadinanza attiva e consapevole; aiuta anche il corretto funzionamento dei mercati, contribuendo, così, alla stabilità finanziaria.