Via libera al ricorso in Cassazione nativo digitale

È valido il ricorso per Cassazione nativo digitale non sottoscritto digitalmente in quanto dall’attestazione di conformità analogica e sottoscritta si desume la inequivoca paternità dell’atto. A questo arresto è pervenuta la Cassazione a Sezioni Unite con la sentenza n. 6477 depositata il 12 marzo 2024, chiamata a pronunciarsi mediante l’ordinanza interlocutoria del 9 giugno 2023 n. 16454. IL FATTO Il caso nasce da un ricorso per cassazione redatto digitalmente e notificato a mezzo PEC privo di firma digitale da parte dell’avvocato dello Stato titolare del fascicolo. Tuttavia, in sede di deposito analogico l’Ufficio depositava la copia analogica del ricorso con l’attestazione di conformità dell’atto all’originale, in violazione di quanto previsto dall’art. 3-bis della L. 53/94. Sul punto la difesa del contribuente osservava in sede di costituzione in Cassazione, che stante l’assenza di firma digitale sull’originale del documento informatico, la successiva asseverazione ex art. 9 della L. 53/94 sulla copia in formato analogico, non poteva assolvere allo scopo di riferire il ricorso al suo autore in quanto veniva attestato un fatto non vero, cioè che l’atto era sottoscritto. Per altro verso, la sezione tributaria della Cassazione nell’ordinanza di remissione aveva rilevato che solo l’utilizzo del dispositivo di firma elettronica qualificata o digitale è atta a determinare la presunzione (relativa) di riconducibilità della stessa al suo titolare, ex art. 20 comma 1-ter del CAD, ma non anche l’uso della PEC del mittente. Si consideri che la procura speciale secondo un consolidato orientamento, acquisisce efficacia sanante del ricorso analogico non sottoscritto ma di cui la procura ne è parte integrante (ex multis, Cass. n. 1275 del 2011). Tuttavia, nel caso di specie interessando la difesa dell’Agenzia delle Entrate tramite l’Avvocatura dello Stato, non è possibile ricorrere nemmeno alla firma per autentica in calce alla procura ai fini dell’attribuzione della paternità certa dell’atto, in quanto essa non è in questo caso necessaria. LA DECISIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE A SEZIONI UNITE Nonostante ciò le Sezioni Unite scongiurando ogni possibile rilievo di segno opposto, hanno ritenuto che la notificazione del ricorso nativo digitale dalla PEC dell’Avvocatura generale dello Stato censita nel REGINDE e l’attestazione di conformità siano “elementi univoci da cui desumere la paternità dell’atto, rimanendo così superato l’eccepito vizio in ordine alla mancata sottoscrizione digitale dell’originale informatico del ricorso”. Per cui è sostanzialmente sanabile il vizio di sottoscrizione del ricorso nativo digitale, nonostante la stessa Corte abbia attestato che l’asseverazione sia in contrasto con la “realtà fenomenica”, atta però ad essere assunta come inequivocabilmente riferita al ricorso proveniente dall’Avvocatura di Stato. Relativamente ai gradi di merito, si ricordi che l’art. 18 commi 2 e 3 del DLgs. 546/92 si limita a prevedere che il ricorso deve essere sottoscritto dal difensore a pena di inammissibilità. In quest’ottica, richiamando il principio espresso dalle Sezioni Unite si potrebbe sostenere la possibilità di sanare il ricorso non sottoscritto in sede di notifica a mezzo PEC, ma firmato in sede di deposito sul SIGIT. Si osservi che non sarebbe possibile non sottoscrivere il ricorso perché il sistema non acquisisce l’atto principale (ricorso) privo di firma digitale. Sicché, il ricorso senza firma digitale non costituirebbe un deposito valido non generando la ricevuta di accettazione e non attribuirebbe il numero di RGR del giudizio. A maggior ragione si potrebbe sostenere che ci sia la sanatoria laddove in sede di costituzione in giudizio venisse depositata l’attestazione di conformità ex art. 22 comma 3 del DLgs. 546/92, sempre che la si ritenga ancora necessaria ora che il processo è interamente telematico. Inoltre, per il contribuente il ricorso non firmato digitalmente inviato a mezzo PEC unitamente alla procura, controfirmata dal difensore o con firma autografa o con firma digitale sarebbe sanato dalla firma presente sulla procura.

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