Voucher IVA: i chiarimenti di Assonime

Con la direttiva UE n. 2016/1065, è stata armonizzata la disciplina IVA dei voucher. La direttiva contiene una precisa definizione dei buoni oggetto della nuova disciplina e differenzia le regole applicabili distinguendo due fattispecie: - i buoni monouso (quelli in relazione ai quali “il luogo della cessione dei beni o della prestazione dei servizi cui il buono si riferisce e l'IVA dovuta su tali beni o servizi sono noti al momento dell'emissione del buono”); - i buoni multiuso (per esclusione, quelli diversi dai buoni monouso). Buoni monouso Il principio di base della disciplina armonizzata è quello secondo cui l’emissione dei buoni monouso, come pure il loro trasferimento successivamente all’emissione, sono soggetti ad IVA, configurandosi una cessione di beni o una prestazione di servizi avente a oggetto i beni o i servizi ai quali il buono stesso si riferisce (cioè i beni o i servizi che possono essere acquistati pagando il corrispettivo con la consegna del buono al cedente o prestatore) in deroga ai principi generali in base ai quali le cessioni e le prestazioni si considerano effettuate (ad esempio, per i beni, avendo riguardo alla consegna o spedizione). Di conseguenza, la consegna fisica del bene o la concreta prestazione dei servizi, non sono considerate operazioni indipendenti, ma come operazioni effettuate già al momento dell’emissione del buono o, se il buono è stato ceduto, al momento di tale trasferimento. Buoni multiuso Per i buoni multiuso, l’IVA è applicabile solo al momento del loro “riscatto”, quando cioè i buoni sono consegnati al cedente i beni o al prestatore dei servizi in pagamento della cessione o prestazione. L’imponibile dell’operazione è costituito dall’importo versato per ottenere il buono o in alternativa, se tale informazione non fosse disponibile, dal valore monetario indicato sul buono multiuso o nella relativa documentazione, in entrambi i casi previo scorporo dell’IVA. In Italia La direttiva UE è stata attuata con D.Lgs. n. 141/2018, che inserisce nel decreto IVA gli articoli 6-bis, 6-ter e l’art. 6-quater, e aggiunge il comma 5-bis all’art. 13, concernente la determinazione della base imponibile. Con la circolare n. 6 del 2019 Assonime illustra la nuova disciplina, che trova applicazione per i buoni-corrispettivo emessi successivamente al 31 dicembre 2018. Coerentemente a tale principio, si dovrebbe ritenere - sottolinea Assonime - che se i buoni-corrispettivo sono stati emessi entro tale data (anche se si tratta di buoni qualificabili come monouso) il loro trasferimento, successivo all’emissione, non costituisce cessione di beni o prestazione di servizi; e ciò anche se tale trasferimento sia successivo al 31 dicembre 2018. Tali operazioni, quindi, si dovrebbero considerare effettuate nel momento in cui si verificheranno gli eventi cui la disciplina ordinariamente connette l’effettuazione delle operazioni (consegna o spedizione dei beni, pagamento del corrispettivo, etc.). Si attende, sul punto, un chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Allo stesso modo, conclude Assonime, sarebbe auspicabile che a causa delle numerose incertezze determinate dall’interpretazione della nuova disciplina, l’Agenzia delle Entrate riconoscesse la non sanzionabilità dei comportamenti tenuti prima dell’emanazione delle sue istruzioni che risultassero non in linea con le interpretazioni in esse accolte.

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